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Condivido con voi alcune riflessioni sul Vangelo di oggi, Luca 10, 38-42
C’è una casa che accoglie il Signore, Gesù. Ma ci sono due modi di accoglierlo: Marta e Maria.
La maggiore probabilmente è figura di un certo Israele: tutta occupata nel fare molte cose per colui che per tre volte è chiamato il Signore, osserva i 613 precetti per prepararsi all’incontro con lui.
Ma non si è accorta che è giunto.
Maria, la minore, è l’Israele che conosce la visita del suo Signore. Come Maria di Nazareth dice “eccomi” e ne accoglie la Parola.
Per questo blocca tutti gli altri servizi e gioisce della presenza dello Sposo, la cui gioia è che la sposa gioisca. Si sieda ai suoi piedi e ne ascolti la voce. E’ una dei figli del talamo. Sono giunte le nozze: da discepola della Legge diventa discepola del Signore.
Spuntando dalla cucina Marta inveisce contro la sorella, non direttamente, ma rivolgendosi a Gesù …
E’ l’esternazione di preoccupazioni che invadono la sua vita interiore di pensieri che l’abitano, mentre avrebbe dovuto troncarli fin dal loro nascere …
Marta coinvolge Gesù nella sua rabbia. Il rimprovero che Gesù indirizza a Marta non verte sulle mille attività necessarie all’accoglienza del Signore, ma sui molti pensieri che essa nutre nei confronti di Maria e anche di Gesù.
Questi pensieri che l’hanno assalita fanno di lei una donna “divisa”, non unificata, né pacificata.
E’ arrivato da lei il Principe della pace ed ecco scoppiare in lei la guerra interiore.
E’ questo che Gesù rimprovera a Marta, Maria invece resta calma …
Tace, resta in pace con se. Maria non dice nulla, resta in sielnzio.
La sola cosa necessaria, la cosa buona, quella che Gesù loda in Maria, non è tanto il suo ascolto di lui, quanto il suo rimanere in pace, il non prendersela con la sorella, il suo essere “unificata”, il non lasciarsi distrarre (distogliere) da ciò che ora sta facendo: ascoltare Gesù.
Amare Dio con tutto l’essere, accoglierlo in verità implica un cuore unificato.
Un monaco del Monte Athos diceva dello Spirito Santo che è come un uccello: chi è agitato e brusco lo fa fuggire subito; solo che è calmo e tranquillo lo può avvicinare.
(tratto da un commento di Silvano Fausti e un commento di Daniel Attinger)