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Epifania in greco significa manifestazione. La solennità odierna, chiamata sia in oriente che in occidente con questo nome o con quello molto simile di Teofanie, ha origini probabilmente più antiche di quelle del Natale. Nell’Egitto pagano il 6 gennaio si celebrava la nascita del dio-sole Aion; in epoca gnostica, tale festa era stata reinterpretata come memoria della presa di possesso di Gesù da parte del Logos, in occasione del battesimo del Messia avvenuto nel Giordano. Fu probabilmente per dare un’interpretazione ortodossa alla ricorrenza che sorse nella grande chiesa d’Egitto la solennità dell’Epifania. Forse la primitiva festa commemorava unitamente le tre teofanie del Signore: nella nascita si rivela alle genti, rappresentate dai Magi; nel battesimo si rivela al popolo d’Israele; nel miracolo di Cana, infine, Gesù manifesta la propria divinità ai discepoli che rappresentano la chiesa.
La festa dell’Epifania si diffuse rapidamente in tutte le chiese, dove è unanimemente attestata già nel IV secolo. La contemporanea diffusione in oriente del Natale, festa di origine occidentale, provocò un’accentuazione nelle liturgie ortodosse e orientali del tema del battesimo e di quello delle nozze di Cana, mentre l’occidente, soprattutto per l’influsso della liturgia romana, sottolineò maggiormente il 6 gennaio il tema dell’adorazione dei Magi, fino a riservare alla domenica successiva all’Epifania la memoria esplicita del battesimo di Gesù. Con l’Epifania, al momento discendente dell’incarnazione contemplato nel Natale, la chiesa tutta unisce il ricordo della destinazione universale della salvezza, manifestata attraverso Gesù il Messia, luce per la rivelazione alle genti e gloria del popolo di Israele.
(dal Martirologio ecumenico della Comunità di Bose,
in https://monasterodibose.it/preghiera/martirologio/939-gennaio/1453-6-gennaio)